Che cosa sono le “città dei 15 minuti”? La nuova sfida dell’urbanistica

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La pandemia, tra le altre cose, ha messo in crisi il modello di città a cui siamo abituati, mostrandone tutti i limiti. Si sta facendo strada nella pianificazione urbanistica un nuovo modello di città basato sulla creazione di aree che assicurino ai residenti di raggiungere tutto ciò di cui si ha bisogno (per vivere, lavorare, divertirsi) a piedi entro 15 minuti. I luoghi in cui viviamo hanno un impatto diretto sulla nostra salute. Una buona progettazione urbanistica ha come obiettivo quello di creare città a misura d’uomo, dove fare le cose appare semplice e viverci da una sensazione di comfort. La progettazione delle città del futuro deve guardare ai quartieri che la compongono. Ogni quartiere deve avere i servizi necessari alla vita dei propri abitanti, che potranno raggiungerli a piedi o in bicicletta nel giro di pochi minuti. Ogni quartiere dovrà essere messo in grado di incoraggiare la mobilità attiva, ospitare abitazioni di tipo diverso, fornire alloggi a prezzi accessibili, fornendo campi da gioco, scuole, ospedali, negozi di vendita al dettaglio e garantendo l’accesso alle strutture sportive e ricreative. I principi fondamentali del concetto di città dei 15 minuti sono: la connessione, la comunità, la località, la salute e la crescita.

La “città dei 15 minuti” è una città che si offre come una piattaforma in cui tutto ciò che serve e tutto ciò che si deve fare quotidianamente sta a pochi minuti a piedi da dove si abita. Essa diventa quindi, a tutti gli effetti, un territorio da abitare: un abitare che si estende dalla propria residenza al quartiere e alle diverse attività e servizi che in esso si possono trovare. E, per questo, propone una visione dell’abitare contemporaneo basato su una nuova idea di prossimità e dei valori che essa può portare con sé. Originariamente, l’idea della città dei 15 minuti è stata motivata da ragioni ecologiche, sociali ed economiche per avere città più sostenibili. Oggi, le città dopo il lockdown ci stanno insegnando che la resilienza sociale e la rigenerazione urbana vanno costruite a partire da una nuova idea di abitare e di prossimità. Il che è proprio ciò che caratterizza la città dei 15 minuti. La città dei 15 minuti si costruisce collegando a scala locale diversi servizi. Quelli attinenti gli asili, le scuole e i centri di assistenza sociosanitaria, prima di tutto. E poi: il verde, la dotazione di spazi pubblici e la mobilità. Ma anche le opportunità di lavoro: sia quelle portate dalla ridistribuzione territoriale del lavoro online, sia quelle prodotte dalla rivitalizzazione di attività artigianali e industriali tradizionali ancora presenti nella città, e dalla loro integrazione con le emergenti esperienze dell’artigianato digitale.

Il tema delle città dei 15 minuti si fonda sullo spazio abitabile esteso e su un’idea di prossimità ibrida. Una prossimità in cui la residenza privata si collega in modo fluido e continuo con lo spazio pubblico e con una molteplicità di attività e servizi. In questo modo il vicinato è aperto sull’intera città e sul mondo; la quotidianità può essere coerente con i valori e le pratiche che la crisi ambientale e sociale richiedono di adottare.
In alcune città europee le esperienze di innovazione sociale e urbana su cui la proposta della città dei 15 minuti si basa sono state particolarmente rilevanti: Barcellona, Copenaghen, Parigi e Milano.

Altri esempi su scala mondiale possono essere Portland e Melburne.

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Abitare la prossimità. Idee per la città dei 15 minuti