Rigenerazione urbana: definizione, esempi, norme

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La Rigenerazione urbana: definizione

Con il termine rigenerazione urbana si intende un processo di riqualificazione e recupero di una parte del territorio degradato, abbandonato, dismesso o sottoutilizzato. La rigenerazione della città è un’attività che mira non solo a una trasformazione fisica  del tessuto urbano, ma è accompagnata da interventi di carattere culturale, sociale, economico ed ambientale, finalizzati ad una migliore qualità della vita, nel rispetto dei principi di sostenibilità, inclusione e partecipazione.

La rigenerazione urbana è quindi un insieme di azioni integrate che hanno l’obiettivo di recuperare e riqualificare lo spazio urbano esistente. Tale processo avviene tramite interventi di recupero, limitando il più possibile il consumo di suolo, a tutela della sostenibilità ambientale.

La rigenerazione urbana assume un significato che supera la mera ricostruzione di un edificio o la riqualificazione di un’area. L’obiettivo principale della rigenerazione urbana è rendere le città sostenibili e a misura d’uomo, permettendo alla comunità di riappropriarsi e rivivere nuovamente gli spazi rigenerati. Alcuni interventi di rigenerazione urbana possono portare fenomeni di gentrification e a un progressivo cambiamento socioculturale di un’area urbana centrale a seguito dell’acquisto di immobili, e loro conseguente rivalutazione sul mercato, da parte della classe medio – alta.

Rigenerazione urbana delle periferie

Rigenerazione urbana e riqualificazione urbana: quali sono le differenze? Con la costante mancanza di superfici edificabili e la necessità di procedere con le trasformazioni delle città tutelando il consumo di suolo si è diffusa  l’idea di recuperare il più possibile spazi e aree già esistenti, soprattutto delle aree periferiche più degradate. Riqualificare un’area o rigenerarla è dunque un modo per migliorare la qualità della vita dei cittadini, cercando di riqualificare lo spazio degradato ed aumentarne, ove possibile, il valore.

La rigenerazione urbana avviene attraverso il recupero di aree abbandonate, dismesse e/o sottoutilizzate (aree ferroviarie, aree industriali, caserme, aree portuali, ecc.) riqualificandole nel rispetto della sostenibilità ambientale, sociale, economica e culturale. Nell’ultimo decennio la rigenerazione urbana si è affermata anche come occasione per promuovere politiche di partecipazione dal basso delle componenti sociali e associative, incentivando l’occupazione e l’economia locale.

Alcuni esempi di rigenerazione urbana: la città di Milano

3 progetti per rigenerare Milano

La città che più di altre ha saputo rigenerare i suoi spazi è stata Milano. Uno degli esempi più recenti di rigenerazione urbana in Italia è Milano, che in occasione dell’Expo 2015 ha rinnovato e riaperto vari luoghi simbolo, come la Darsena. L’intervento ha compreso la trasformazione di Piazza XXIV Maggio in una grande area pedonale, la creazione di uno specchio d’acqua navigabile e un nuovo mercato; inoltre è stata effettuata anche la riapertura del canale del Ticinello, e il restauro di due ponti.

Un altro esempio di rigenerazione urbana nella città di Milano, è il progetto di riqualificazione di Porta Nuova. Il Progetto Porta Nuova è un vasto intervento di rigenerazione urbana e architettonica all’interno del Centro Direzionale di Milano, il quartiere a carattere terziario che si estende nei pressi della stazione di Milano Porta Garibaldi. Principale obiettivo del progetto è ricucire, i quartieri di Porta Nuova, Porta Garibaldi e Isola. Oltre alla realizzazione di numerosi grattacieli (Torre Unicredit, Torre Solaria, Torre Diamante, Bosco verticale) il progetto ha previsto l’integrazione con la rete di trasporto locale e metropolitano e numerosi percorsi ciclabili, spazi versi,  passeggiate pedonali e ampi spazi pubblici lastricati.

Altro progetto che rigenera un importante pezzo di città è il progetto CityLife. Il complesso trasforma l’area dell’ex Fiera di Milano, liberata in seguito al trasferimento delle attività fieristiche nel nuovo polo di Rho-Pero. L’intervento è caratterizzato da:

  • una grande area pedonale, la più ampia della città di Milano e una delle maggiori in Europa;
  • il dimezzamento della cubatura preesistente;
  • la realizzazione di un parco pubblico, secondo per estensione nella città;
  • complessi residenziali.

Il progetto di rigenerazione urbana ha previsto la realizzazione di tre torri centrali ad uso terziario che sono destinate a diventare uno dei nuovi simboli della città di Milano: Torre Isozaki, Torre Hadid, Torre Libeskind,

Rigenerazione urbana: norme

La rigenerazione urbana in Italia, solo negli ultimi anni ha assunto un significato che obbliga ad andare oltre il “recupero”, il “riuso” e la “riqualificazione”, intesa questa ultima come un’azione, pubblica e/o privata, che determina un accrescimento di valori economici, culturali, sociali in un contesto urbano o territoriale esistente, avvicinandosi sempre più al modello anglosassone.

In epoca moderna la storia del rinnovamento urbano in Italia può essere divisa in tre fasi. La prima fase ha avuto inizio intorno agli anni ’70 ed ha avuto come elemento cardine la riqualificazione dei centri storici come voglia di riaffermare un’identità locale nelle diverse città. Nella seconda fase (fine anni ’80) l’attenzione fu spostata nel recupero delle aree dismesse. L’ingrandimento delle città e il conseguente spostamento verso la periferia di attività lavorative, industrie, stazioni ferroviarie ma anche aree demaniali avevano reso necessario il riutilizzo di ampie zone esterne alla città. L’ultima fase, quella attuale, comprende non solo un miglioramento a livello edilizio dei quartieri residenziali degradati, ma anche una serie di piani di mobilità sostenibile per una maggiore integrazione sociale ed urbanistica con il resto dell’ambiente urbano.

La rigenerazione urbana sta trovando un importante spazio nella legislazione nazionale e regionale. A livello centrale il decreto Sblocca cantieri, recante “Disposizioni urgenti per il rilancio del settore dei contratti pubblici, per l’accelerazione degli interventi infrastrutturali, di rigenerazione urbana e di ricostruzione a seguito di eventi sismici”, ha posto come obiettivo del Governo una riduzione del consumo di suolo a favore della rigenerazione del patrimonio edilizio esistente incentivandone la razionalizzazione, promuovendo e agevolando la riqualificazione di aree urbane degradate.

In tempi più recenti, con la nuova Legge di Bilancio 2020 è stata prevista, per gli anni dal 2021 al 2034, l’assegnazione ai comuni di 8,5 miliardi di euro destinati a progetti di rigenerazione urbana volti alla riduzione di fenomeni di marginalizzazione e degrado sociale, nonché al miglioramento della qualità del decoro urbano e del tessuto sociale ed ambientale.

Rigenerazione urbana in Lombardia

La Regione Lombardia  ha approvato la Legge regionale n.18 del 26 novembre 2019 “Misure di semplificazione e incentivazione per la rigenerazione urbana e territoriale, nonché per il recupero del patrimonio edilizio esistente. Modifiche e integrazioni alla Legge urbanistica regione Lombardia n.12 del 11 marzo 2005e ad altre leggi regionali”.

Questa legge definisce la rigenerazione urbana come “l’insieme coordinato di interventi urbanistico-edilizi e di iniziative sociali che possono includere la sostituzione, il riuso, la riqualificazione dell’ambiente costruito e la riorganizzazione dell’assetto urbano attraverso il recupero delle aree degradate, sottoutilizzate o anche dismesse, nonché attraverso la realizzazione e gestione di attrezzature, infrastrutture, spazi verdi e servizi e il recupero o il potenziamento di quelli esistenti, in un’ottica di sostenibilità e di resilienza ambientale e sociale, di innovazione tecnologica e di incremento della biodiversità dell’ambiente urbano” inserendo inoltre le iniziative sociali come fattori di rigenerazione urbana e le azioni di sostenibilità e di innovazione tecnologica tra gli strumenti da utilizzare.

La norma introduce diversi incentivi per chi costruisce, legati sia alle finalità sociali della rigenerazione, ma anche alle modalità attuative degli interventi, in particolare, l’aumento dell’indice di edificabilità .

La L.R. n. 18 del 26 novembre 2019, della Regione Lombardia mira a “promuovere gli interventi di messa in sicurezza, recupero ed efficientamento degli edifici, con particolare attenzione a quelli abbandonati, per riqualificare le aree dismesse e riconnetterle con il territorio circostante”.

… e in Puglia

Un altre esempio è la legge regionale n. 21 del 29 luglio 2008, della Regione Puglia recante Norme per la rigenerazione urbana, che recita: «La Regione Puglia con la presente legge promuove la rigenerazione di parti di città e sistemi urbani in coerenza con strategie comunali e intercomunali finalizzate al miglioramento delle condizioni urbanistiche, abitative, socio-economiche, ambientali e culturali degli insediamenti umani e mediante strumenti di intervento elaborati con il coinvolgimento degli abitanti e di soggetti pubblici e privati interessati».

Testi consigliati

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Rigenerazione urbana e sostenibilità